martedì 6 aprile 2010

Cremona sulla Via delle Spezie


Chi di noi si è mai domandato cosa accomuna le mummie egizie, le Isole Molucche e la Coca-Cola? Non tutti infatti sapranno che spezie come mirra e cassia (la varietà cinese della cannella) erano componenti indispensabili per la conservazione dei corpi nel viaggio verso l’aldilà, mentre pare ormai assodato che nella “segretissima” formula della bibita per eccellenza non possano mancare cannella, coriandolo e noce moscata. Proprio quest’ultimo ingrediente, di cui non di rado si apprezza il contributo sulle nostre tavole, è il prodotto di una pianta sempreverde che cresce rigogliosa in un migliaio di piccole isole indonesiane, le Molucche appunto, note nel resto del mondo come “Isole delle Spezie”. Per tutti coloro che sono sempre alla ricerca dei profumi di terre lontane, per i cultori della cucina etnica, ma anche per tutti i curiosi inaugura in anteprima nazionale l'evento Pausa speziata. In sintonia con le spezie e le loro virtù in programma dal 16 al 18 Aprile al Palazzo Trecchi di Cremona.
I partecipanti saranno invitati a seguire un percorso multisensoriali, in cui il tema delle spezie, protagoniste semi-sconosciute, viene affrontato da diversi punti di vista rendendo l'evento qualcosa a metà tra una mostra, una lezione di cucina e racconti di viaggi.
Sapori e odori saranno i protagonisti indiscussi della manifestazione. Vittorio Castellani (il Gastronomade), giornalista e food writer si dedicherà alla presentazione di due cosìdette officine gastronomiche, ovvero showcooking con degustazioni guidate, entrambe ispirate alla cucina indiana, regina delle spezie. Lo Chef condividerà un po' della sua esperienza etno-culinaria in altri due interventi: uno dedicato al caffè: Coffee Roots e un'altro presso l'istituto Einaudi dal titolo Odissea nelle spezie. Sarà possibile inoltre informarsi sulle proprietà terapeutiche e preventive delle spezie attraverso le spiegazioni dettagliate di medici e specialisti.Per la vista sarà esposta una selezione di fotografie, scattate in India da Sara D'Ambra durante un viaggio che si può definire una ricerca della vera anima di questo paese, col suo fascino, i suoi colori, e le sue contraddizioni. Il duo Agama si esibirà in un'improvvisazione di teatro-danza classico del Tamil Nadu caratterizzato da canto e racconti mitologici per il piacere della vista e dell'udito. Per esaltare il “sesto senso” le spezie verrano altresì utilizzate come mezzi per esaltare le proprie capacità percettive nei laboratori di arte-terapia per bambini e adulti, curati da Stefania Sarti.
Numerose sono le collaborazioni con vari negozi ed esercizi in città: ci sarà chi proverà ad aromatizzare e “speziare” la vostra colazione e la conferenza stampa, che vi aspetta nel proprio negozio per approfondire la vostra conoscenza di sali e pepi e chi preparerà un'aperitivo speziato salato e poi thé, gelato e molto altro ancora. Certamente un'occasione irripetibile per fare il giro del mondo senza spostarsi troppo da casa.

"Io considero la cucina come metafora dell’incontro", afferma in un'intervista Vittorio Castellani, giornalista e "gastronomade", il cui nome d'arte, Chef Kumalè, è una rivisitazione in chiave esotica di un saluto piemontese che si fa appunto quando di solito ci si incontra, "perché il problema non è mantenere le distanze, le differenze, ma amalgamarle e saperle integrare, come in un piatto, dove gli ingredienti più strani se usati in modo armonico e utilizzati con intelligenza, possono generare piacere e innovazione. Il segreto della cucina è questo", ci confida, "e i fenomeni legati allo scambio saranno sempre in continua evoluzione, come anche quelli legati all’emigrazione di uomini, pietanze e merci, cioè, tutte le volte che noi entriamo in contatto con un’altra abitudine e incontriamo qualcosa che ci piace l’assimiliamo. questo è un fenomeno normale, nel momento in cui noi assimiliamo rimescoliamo il nostro patrimonio originario. La cucina è una palestra di vita, io spero che col tempo saremo in grado di farlo non solo con il cibo, riuscendo ad armonizzare e valorizzare gli apporti delle altre culture; mentre, devo purtroppo constatare che si sottolineano soprattutto le differenze e le difficoltà. Sicuramente l’incontro è fatto anche di esperienze dolorose, dure, pesanti, e non è tutto semplice, tutto facile, però credo che, come diceva Nitzsche "se vuoi vedere brillare una stella devi sopportare un po’ di dolore"..."Chef Kumalè, insaziabile degustatore e viaggiatore, esperto di cucine etniche, collabora con molti Enti e Istituzioni, pubbliche e private, ed è direttore artistico di importanti manifestazioni etno-gastronomiche in Italia e all'estero. Ha pubblicato numerosi libri, tra cui "Le cucine del mondo", "Pappamondo:guida ai prodotti esotici" , "Cucine africane", "Ratatuia: un mare di uomini, migrazioni e pietanze", inoltre cura, su Venerdì di Repubblica, insieme a Gianfranco Vissani, la rubrica ’Week End a Tavola il piatto etnico’, e per l’inserto "Torino Sette" edito da La Stampa, le rubriche "Mappamondo" e "Pappamondo". Osteggiatore della schiavitù della grammatura in cucina e sostenitore dell'arte culinaria come esperienza liberatoria in cui il cuoco-artista esprime la propria interiorità, a chi gli chiede un esempio di integrazione riuscita a tavola, Kumalè, ricorda un'intervista rivolta qualche tempo fa ad un bambino delle scuole elementari, al quale fu chiesto se gradisse mangiare il cous cous alla mensa del suo istituto. “E' ancora vivo in me lo stupore che mi colse, nel leggere la sua risposta: "sì, ma preferisco quello che fa mia mamma insieme agli agnolotti". Non è questa una chiara prova di quanto possa il cibo accorciare le distanze tra differenti culture? Sedere tutti alla stessa tavola, composta di piatti provenienti dalle diverse e rispettive località d'origine, è il primo passo per conoscersi meglio a vicenda".

Spedizione nelle spezie
Un intero evento dedicato alle spezie, fantascienza, penseranno alcuni, ma più che lo spazio protagoniste saranno proprio le spezie. Atmosfera magica quella di questo universo. I profumi e i sapori di queste essenze trasformano i piatti più semplici in un mezzo capace di condurre la nostra fantasia in luoghi esotici e lontani, sondando nuove inebrianti galassie.
L'evento di Palazzo Trecchi è dedicato a questo affascinante mondo ed è il primo nel suo genere organizzato nella nostra penisola. La storia di questi sapori si perde nella notte dei tempi; le popolazioni primitive ne conoscevano le proprietà antimicrobiche, avendo intuito soprattutto la capacità di rallentare i processi di decomposizione e la conseguente migliore conservazione dei cibi. Merci preziosissime, pagate a peso d’oro da re, faraoni e imperatori mantengono fino ad oggi nell’immaginario collettivo carattere elitario e regale.Varie saranno le iniziative, percorsi diversi tra loro condurranno a scoperte multisensoriali e visive. A mostre fotografiche si affiancheranno viaggi introspettivi, come l’arteterapia, e conoscitivi, vari gli incontri che introdurranno i presenti sui suggestivi sentieri delle spezie, lungo un tracciato che spazierà dalle loro proprietà all’uso culinario, in sapori ed aromi di terre lontane. Non mancheranno dunque sezioni dedicate agli effetti curativi di questi frutti della natura. Tra aperitivi a tema, conferenze e degustazioni itineranti, avranno luogo anche due incontri tenuti dal giornalista “gastronomade” del Venerdì di Repubblica Vittorio Castellani, con le sue imperdibili Officine Gastronomiche delle Spezie. La centralità di esse in cucina grazie alla capacità di esaltare il sapore dei cibi, è affiancata dall’importanza di arricchire le pietanze di vitamine e minerali. Se opportunamente utilizzate, possono essere di grande aiuto nella cura di piccoli disturbi; dalla famigerata “saggezza popolare” possiamo ottenere tisane, decotti, infusi o impacchi lenitivi dai più svariati usi terapeutici, da quello digestivo e antinfiammatorio di basilico e salvia (diffusissimi nella cucina mediterranea) ai chiodi di garofano, utilissimi per combattere mal di testa e mal di denti, tanto da essere utilizzati nell’industria farmaceutica come ingrediente di molti antisettici del cavo orale. Secondo una recente ricerca del King’s College di Londra, pubblicata dal British Journal of Dermatology, sarebbe custodito in una delle spezie più comunemente usata sulla nostra tavola, la piperina contenuta nel pepe nero, il segreto per sconfiggere le antiestetiche macchie bianche causate dalla vitiligine. Tradizione e corretta alimentazione, in una proposta in linea con i gusti dei consumatori che oggi sempre più numerosi si affacciano al mondo del “biologico”. Sulle bancarelle dei mercati tradizionali, nei sempre più numerosi negozi etnici e shops online, si nasconde un’ampia gamma di spezie in buona parte ancora sconosciute al grande pubblico, ma oggetto di sicuro interesse, anche in cucina. Per il loro carattere esotico e tradizionale allo stesso tempo, le spezie si ritagliano dunque uno spazio di prim’ordine dentro il panorama internazionale del gusto, grazie ad un pubblico che dopo l’epopea ancora in atto della globalizzazione e gli effetti estranianti dei consumi di massa verso le culture nazionali vuole, oggi sempre più, sentirsi protagonista autonomo in ambito alimentare e culturale.

1 commento: